ARGENTINA. il racconto dell’esule Anna Bises tra Roma e Buenos Aires
Le persecuzioni del fascismo sono il cuore della storia della bimba, poi Madre del Plaza de Mayo “Anna Bises Vitale” raccontata nel libro di Marcella Filippa (Aras edizioni), storia che è anche quella di moltissime altre famiglie di ebrei italiani costretti a fuggire da Roma verso l’Argentina per le leggi razziali del 1938 volute dal governo fascista e in difesa della cosiddetta razza italiana.
Una pagina del Novecento tra le rive del Tevere e del Rio de la Plata, con un’andata e ritorno e salti temporali vissuta prima da bimba dalle trecce bionde in fuga dal fascismo nel 1938 e poi da madre de Plaza de Mayo per ricercare la verità sui desaparecidos argentini gettati in mare dal dittatore Videla nella seconda metà degli anni Settanta.
A ottantacinque anni dalla promulgazione delle leggi razziali, Marcella Filippa ci offre una nuova storia al femminile, che si aggiunge alle numerose già realizzate. Una bambina, soltanto perché ebrea, è costretta a lasciare Roma con la sua famiglia, i giochi, la scuola, gli amici, per intraprendere un lungo viaggio verso l’Argentina, e ritornare in Italia in età adulta.
La vita di Anna Bises Vitale (1928-2019) fa parte a pieno titolo della storia del Novecento, delle sue ferite e dei suoi urti, con cui donne come lei hanno dovuto fare i conti e riformulare la propria identità. Donne protagoniste della storia, loro malgrado, di mutamenti e inaspettate virate. La forza dell’amicizia attraversa le pagine toccanti del libro, laddove il dolore è condiviso, generando una sapienza lenitrice.
La scrittura vibrante e densa, empatica e a tratti autobiografica, affronta i temi cruciali del secolo scorso, offrendo interpretazioni e storie in parte inedite, con una nuova costellazione di personaggi, descritti con delicatezza, oltre il giudizio, che ci permettono oggi di guardare al nostro presente con meno angoscia e paura.
La scrittura salva e le storie possono essere tramandate nel racconto, non possono sconfiggere il male, ma analizzarlo. Un libro che parla a nome dei morti, per celebrare la vita. Un atto di amore, nonostante l’assedio del mondo.