Cuba. “CORAL WAY” del pianista Alfredo Rodriguez Salicio
Il talentuoso Alfredo Rodriguez Jr. ha pubblicato recentemente il suo sesto album come bandleader, CORAL WAY (Mack Avenue). Un disco di nove tracce con dentro tantissimi riferimenti sonori diversi, a partire da quelli della sua formazione classica e del jazz afrocubano arricchiti di improvvisazione, di tanta attualità musicale, di spirito festivo ed energico, elementi che caratterizzano il sapiente e torrenziale pianismo del trentottenne artista cubano residente negli States dal 2009 e sotto l’ala del grande produttore Quincy Jones.
Il talentuoso Alfredo Rodriguez Jr. (il secondo cognome è Salicio) ha pubblicato recentemente il suo sesto album come bandleader, CORAL WAY (Mack Avenue). Un disco che si muove nel solco dei precedenti album dell’artista cubano che significa trovarsi di fronte a una raccolta con dentro tantissimi riferimenti sonori diversi, a partire da quelli della sua formazione classica, degli ascolti giovanili e del jazz afrocubano arricchiti di improvvisazione, di tanta attualità musicale, di spirito festivo ed energico, elementi che caratterizzano il sapiente e torrenziale pianismo del trentenne musicista nato all’Avana (1985), residente negli States dal 2009 e che tre anni fa ha deciso di lasciare la California e di vivere a Miami vicino alla sua famiglia. Qui, a 90 miglia dall’Avana, nello stimolante clima caraibico che si respira nelle strade sono maturate le composizioni di questo lavoro dal suono collettivo, allargato, e che allo stesso tempo si propone, secondo i desiderata di Alfredo, sia di valorizzare meglio e di più la fusione di latin jazz e tradizione, di celebrare una nuova fase della sua vita e di omaggiare il 90° compleanno del suo scopritore-mentore Quincy Jones, produttore a cui il giovane pianista deve moltissimo per la sua fortunata carriera internazionale.
Il disco. Per consigliare l’acquisto di questo bellissimo album mi basterebbe suggerirvi l’ascolto dell’ultima traccia, dove spiccano un arrangiamento magistrale e una trascinante e ritmata versione afrocubanizzata di Für Elise di Ludwig van Beethoven. E se vi par poco. Amici e appassionati di jazz en clave correte a comprarlo, perchè troverete moltissimo di attrattivo, piacevole e intrigante nelle altre otto tracce interpretate con musicisti di levatura internazionale tra i quali, per citarne un paio, i cantanti ospiti Cimafunk di Cuba (El Llamado) Cuba) e Alana Sinkëy della Guinea Bissau (Fidju di Lua e Sueño del luz). Già questa connessione di mondi diversi è un altro valore aggiunto di questo progetto fusion intrecciando jazz, soul, elettronica, rock-pop latino, timba, son montuno, rumba, reggaeton, bolero accenti di tango e giù fino al leggendario merengue La Bilirrubina di Juan Luis Guerra splendidamente jazzificato. Jazz che si sposa felicemente con il funk in Maracuya dove la fa da padrone la sezione fiati con Carlos Sarduy (tromba), Regis Molina (sax alto) e Denis Cuni (trombone). Della partita anche Yarel Hernandez (basso), Juanma Montoya (chitarra), Michael Olivera (batteria), Marcelo Woloski (percussioni). E ora andate alla prima traccia, allegrissima, di jazz elettrico, Coral Way, apertura della carrellata di questo disco che conferma le notevolissime doti e la capacità di Alfredo Rodriguez di muoversi e maneggiare linguaggi diversi rimanendo se stesso, cioè legato alle radici cubane, allo spirito rumbero e alla voglia di sperimentare nuove strade. Utile segnalare anche che si tratta di nove pezzi, ciascuno di durata breve (3 minuti e mezzo max), dove spiccano dirompenti ma contenuti virtuosismi del leader, e in generale un mix di musica spettacolare, divertente, senza tempi morti dal primo all’ultimo secondo dell’album. (GFG)