Libri. NICA ROTHSCHILD, ribelle musa segreta del Jazz
La vita di Nica, la mecenate “baronessa del jazz”, è il filo conduttore della vita di Kathleen Annie Pannonica Rothschild (1913-1988) brillantemente ricostruita nell’ottimo libro della pronipote Hannah Rothschild (1962) pubblicato finalmente in Italia da Neri Pozza editore con il titolo LA BARONESSA. La Rothschild ribelle musa segreta del jazz.
La vita di Nica, la mecenate “baronessa del jazz”, è il filo conduttore della vita di Kathleen Annie Pannonica Rothschild (1913-1988) brillantemente ricostruita nell’ottimo libro della pronipote Hannah Rothschild pubblicato finalmente in Italia da Neri Pozza editore con il titolo LA BARONESSA. La Rothschild ribelle musa segreta del jazz.
La donna che ha volato sui bombardieri Lancaster durante la Seconda guerra mondiale. La proprietaria dell’appartamento in cui è morto Charlie Parker. La padrona di trecentosei gatti. La protagonista di ventiquattro canzoni. La sfidante di Miles Davis in una gara automobilistica sulla Fifth Avenue. L’amante di un pianista afroamericano, Thelonious Monk, per il quale la nobildonna inglese è persino andata in prigione. La Baronessa del Jazz. Queste e molte altre cose è stata Pannonica de Koenigswarter, detta Nica, nata Kathleen Annie Pannonica Rothschild (1913-1988) protagonista del libro LA BARONESSA – La Rotchschild ribelle musa segreta del jazz scritto dalla pronipote Hannah Rothschild (Neri Pozza editore, 288 pagine, 19 euro).
Un testo che ricostruisce minuziosamente la storia della leggendaria nobildonna inglese, la sua vita avventurosa, dissoluta e anticonformista, la mecenate che salvò la vita a Monk e aiutò moltissimi jazzisti afroamericani in difficoltà contribuendo come pochi altri alla diffusione del jazz moderno, dal bebop al frejazz. Lungo la narrazione si incrociano le vite artistiche e umane di grandi maestri della storia del jazz come Charlie Parker, Art Blakey, Miles Davis, Charles Mingus, John Coltrane, Roy Haynes,Art Tatum, Oscar Pettiford, Dozzy Gillespie, e soprattutto spicca la vicenda complessa del geniale Thelonious Monk che folgorò Nica con l’ incantesimo di ‘Round Midnight’. Problematico, bipolare, grave dipendenza da droghe, Monk ha contribuito a scrivere la storia del jazz moderno firmando opere straordinarie come Brilliant Corners, Round Midnight, Pannonica, Monk’s Dream, Misgterioso, Monk’s music, Straight, No Chaser e altri capolavori immortali. La pronipote Hannah scava nell’album della potente famiglia londinese (ebrea, di origini tedesche) dei Rothschild per restituire l’immagine e la vita della sua eclettica prozia, figura piena di fascino, una donna che ha saputo vivere la vita che desiderava fino all’ultimo dei suoi giorni, senza mai rinunciare a indipendenza e libertà. “Non dimenticherò mai la sua voce – ricorda Hannah nell’unica intervista dalla prozia-, era una signora logorata dal whisky, dalle sigarette e dalle notti bianche come una costa dalle onde del mare: una voce che era in parte rombo e in parte brontolio, spesso punteggiata da ansimanti scoppi di risa”.
Dopo la parentesi matrimoniale, la nobildonna Pannonica abbandonò il marito, il barone Jules de Koenigswarter (con il quale si era sposata nel 1935) e i cinque figli avuti da Jules allontanandosi anche dalla sua famiglia di origine, una delle più nobili e potenti d’Europa dove il comando era nelle mani esclusive degli uomini. Nica rinunciò alle comodità dei salotti artistocratici britannici per intraprendere azioni e comportamenti rivoluzionari per una donna in quegli anni e dell’alta borghesia. Il sassofonista afroamericano Archie Shepp fu impressionato dal coraggio di Nica, “una donna in anticipo sui tempi”, che non è azzardato definire una delle prime femministe, una bianca ribelle ammirata dalla comunità afroamericana tranne da scettici e invidiosi che la criticavano per comportamenti e supposte frequentazioni leggere. Fu vilipesa per il suo modo di vivere decisamente inconsueto per una nobildonna, riccacome ricorda il trombonista Curtis Fuller: “tanti le gridavano ‘”Amante dei negri”. Da tenere presente la cornice storico-sociale e politica di quegli anni nella società americana , e anche nella più tollerante città di New York i rapporti interazziali erano insoliti e mal tollerati. In questa direzione tra gossip e moralismo il giornale afroamericano The Liberator criticò la bianca baronessa Pannonica “di sfruttare gli sventurati musicisti per suoi capricci”. Giudizio sprezzante anche dal poeta, attivista, afroamericano Amiri Baraka, e su questo terreno non fu certo più tenero neppure lo scrittore argentino Julio Cortazar. Di segno opposto invece la pianista Mary Lou Williams che instaurò grande amicizia e stima con Nica consigliandola di non badare ai pettegolezzi, poiché si trattava di invidiosi della sua vita ricca di stimoli e di opportunità, delle sue auto lussuose (Bentley, Rolls-Royce ). Merita citare il ruolo di Nica nel rivendicare con queste azioni anticonformiste i diritti delle donne e degli afroamericani e l’impegno fondamentale per la diffusione del jazz e il sostegno concreto ai jazzisti neri. “Si impegnava in tantissime missioni misericordiose per salvare i musicisti. Era Babbo Natale e Madre Teresa in una sola persona”, racconta Toot, il figlio di Thelonious. E sarà proprio Monk l’artista prediletto che Nica metter sotto le proprie ali per proteggerlo, promuoverlo, finanziarlo e camminargli accanto non solo per la carriera artistica ma anche nella vita condividendo una relazione complicata seppur alla presenza di Nellie., la moglie di Monk di cui era innamoratissimo.
Molti si sono sempre chiesti come una nobildonna europea e di quel retaggio si fosse avvicinata e appassionata al jazz dei neri. Nell’adolescenza fu influenzata sicuramente dagli ascolti del padre Charles che amava le prime forme del jazz e dal fratello Victor, il quale prese lezioni di piano da Teddy Wilson, a sua volta colui che spalancò le porte del jazz a Nica con l’ascolto suggerito di Black Brown and Beige di Duke Ellington. Ma la vera folgorazione arrivò con Round Midnight dell’allora diciottenne Thelonious Monk, brano che Nica riascoltò decine di volte di seguito e fu in quello stordimento che maturò l’idea di ricercare ad ogni costo quell’uomo, di vivere nei suoi dintorni e camminare al suo fianco come la sua musa. Hannah, circa questa scelta, parla di una sorta “chiamata” spirituale. Correva il 1954. Non risultò facile rintracciare quel giovane jazzista misterioso che dopo lunghe e tortuose peregrinazioni Nica incontrò a Parigi al Salon du Jazz grazie ad un’amica comune: la pianista Mary Lou Williams. Così questa affascinante quarantenne lasciò tutto il mondo di provenienza e si buttò a capofitto dentro il panorama musicale newyorkese per approfondire le conoscenze del bebop, per sostenere i protagonisti di quel movimento musicale rivoluzionario, per capire le tendenze moderne del jazz. Ma soprattutto di stare vicino a Monk, per aiutarlo, gli fece riavere la card peer suonare nei locali, lo seguì come agente e amante platonico o meno (non è chiaro), Nica finì anche in carcere al posto di Thelonious per una partita di droga che la polizia trovò nella sua macchina mentre stava viaggiando con Monk. Il suo importante quartiere generale furono il Bolivar Hotel (dove fu cacciata) e l’Hotel Stanhope, dove la sua lussuosa suite si trasformò in un club di jam session notturne tra boppers incurante delle forti lamentele degli ospiti dell’hotel. Molti jazzisti afroamericani videro in lei non solo una sostenitrice, una mecenate fondamentale ma anche un punto di riferimento per le loro creazioni. Tanti musicisti contraccambiarono dedicandole varie composizioni: Thelonious Monk, tra le altre citiamo Pannonica, Horace Silver le dedica Nica’s Dream., Kenny Drew realizza Blues for Nica eccetera.
Questa laboriosa ricerca dell’autrice, che ha consultato diversi specialisti della materia tra cui il critico jazz Nat Hentoff (1925-2017), mette in primo piano la figura dell’affascinante Pannonica Rothschild, una sorta di Peggy Guggenheim del jazz e che secondo il grande sassofonista Sonny Rollins, ha rappresentato, grazie alla sua esistenza, “tutta la nostra storia”. Tuttavia nella narrazione di Hannah emerge anche il carattere poliedrico, ribelle della prozia Nica, le sue avventure come pilota nella Seconda guerra mondiale, combattendo i nazifascisti in Francia e nel Nord Africa al fianco del marito, vive con sofferenza il ruolo di moglie del diplomatico in Norvegia, in Messico, il ruolo di madre di cinque figli. Insomma ne vengono fuori degli importanti ritratti di Pannonica, di Monk detto Sphere, di Nellie Smith (la moglie di Thelonious), di “Bird” Charlie Parker, che morì nel salotto della casa di Nica all’età di 35 anni. Thelonious Monk dopo anni di ricoveri e depressioni devastanti scomparve nel 1982 tra le braccia di Nellie e di Nica, che se andò in solitudine nel 1988.
(gfg)