Cuba. EDESIO ALEJANDRO(1958-2025), intervista

Il 5 marzo 2025 è scomparso a Madrid il grande compositore, musicista e regista cubano EDESIO ALEJANDRO, che era nato nel 1958 nel cuore della capitale cubana. Figura che abbiamo conosciuto da vicino e ci piace ricordarlo pubblicando il testo di una intervista di alcuni anni fa raccolta e diffusa sulla stampa specializzata italiana.
Dopo una durissima lotta contro il tumore, il 5 marzo 2025 è scomparso a Madrid il grande compositore, musicista e regista cubano EDESIO ALEJANDRO, nato il 28 marzo 1958 nel quartiere San Leopoldo dell’Avana. L’ultimo saluto al nostro stimatissimo amico si è svolto con una cerimonia funebre il 10 marzo nella Chiesa Santa Maria de La Esperanza, ad Alcobendas, al nord di Madrid con un accompagnamento musicale del chitarrista Flores Chaviano e della cantante Ana Miranda.

Edesio a Bologna
EDESIO, per chi scrive, è stato uno dei personaggi più interessanti e generosi che io abbia conosciuto a Cuba negli ultimi quarant’anni. La sua morte e il vuoto che lascia ci ha distrutti. Condoglianze ai suoi cari, alla adorata moglie Idolka de Erbiti, al figlio Cristian, al fratello Alejandro, ai cognati Tony de Erbiti, nipoti,a tutti i famigliari, a tutti i musicisti e amici che lo hanno conosciuto. Lo ricordiamo a quanti non hanno avuto la fortuna di vederlo e di apprezzarlo riproponendo questa intervista raccolta e pubblicata diversi anni fa sulla stampa specializzata italiana. Ciao e tantissime grazie Edesio!
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in Youtube trovate video omaggio a EDESIO ALEJANDRO realizzati da Gianfry Grilli per MiCaribe: uno di oltre 1 ora e l’altro ridotto a 29 minuti
EDESIO, UN PERFETTO MUSICISTA SINCRETICO
TRA HIP-HOP AFROCUBANO, COLONNE SONORE E RUMBA
di Gian Franco Grilli
Il grande pubblico identifica CUBA con i ritmi latinoamericani ballabili, o con icone come Guantanamera, gruppi musicali come Los Van Van. Musica cubana, oggi, vuol dire quel misto di tradizione e nostalgia esploso con le sonorità di Buena Vista Social Club, la voce e la chitarra di Compay Segundo il ‘giovane’ novantenne sonero che ha regalato una nuova stagione di successi mondiali alla ‘perla delle Antille’. Questo patrimonio di musica naturale, ovvero ritmi e melodie suonati con strumenti acustici, è grande e vivo in tutto l’arcipelago, ma il panorama musicale è più completo e articolato, ci sono musicisti moderni, di avanguardia, di grande levatura, che ricorrono alle tecnologie più avanzate. E’ il caso di Edesio Alejandro, compositore, polistrumentista, molto apprezzato anche negli Stati Uniti. Musicista sincretico, compone ispirandosi agli Orishas, divinità della Santeria, fonde con misteriosa magia i più diversi linguaggi della musica moderna con le autentiche sonorità della tradizione. I suoi lavori vanno oltre lo stereotipo musicale di Cuba, sono un pot-pourri di son, rumba, conga, salsa, rap, fusion, jazz, techno. Un musicista completo, una sorta di ‘Morricone’ cubano, solo per avere realizzato tantissime musiche per film; una figura abbastanza rara e alquanto strana sia per una realtà musicale come quella cubana, dove impera la tradizione dei ritmi ballabili, che per il suo look estremamente stravagante ed eclettico per il popolo cubano, che ironizza quando vede camminare questo ‘Pulcinella’ caraibico, simpatico, lunghi capelli, pizzo e baffi biondi, che contrastano con il camicione, i pantaloni e copricapo bianchi.
1. Edesio, raccontaci dove e quando sei nato e i tuoi primi studi musicali
Sono nato nel quartiere di Cayo Hueso dell’Avana il 28 marzo 1958. Ho cominciato a suonare batteria e basso nei gruppi di strada all’età di 11 anni; poi nel 1971 ho iniziato gli studi di chitarra da concerto nel Conservatorio Alejandro Garcia Caturla diplomandomi nel 1978. Contemporaneamente studiavo anche pianoforte e nel 1979 mi sono iscritto all’Istituto Superiore d’Arte.
2. Parlaci del tuo esordio e in quali gruppi di musica popolare hai suonato
Durante gli anni del Conservatorio ho sperimentato nei vari generi, dal Son alla musica brasiliana, alla Rumba cubana, sino a spingermi a formare una Orchestra Sinfonica per eseguire brani tradizionali. La mia prima vera band suonava rock, eravamo nel 1968; ho suonato e diretto per diversi anni il gruppo di Amaury Perez, un noto cantautore cubano.
3. Nella tua formazione artistica, quanto ha inciso la musica tradizionale cubana e quali ritmi hai utilizzato di più ?
La musica tradizionale la assimili involontariamente fin da piccolo, ascoltandola alla radio, nei quartieri, nelle feste, quindi ti entra nel sangue. Dopo numerosi anni di attività musicale sono arrivato a un punto di riflessione nella mia carriera, e così ho cominciato ad impiegare fondamentalmente il Son, la Conga e la Rumba miscelandoli con Hip-Hop, Rap e Funky.
4. Dal tuo profilo artistico emerge un artista ribelle alla ricerca di libertà
Credo di sì, infatti quando mi trovo a mio agio con ciò che sto suonando, mi rendo conto che è ora di cambiare e comincio a cercare nuovi percorsi musicali per non ripetermi.
5. Nel panorama musicale cubano sei piuttosto atipico, parlami dei musicisti che ti hanno influenzato di più
Sinceramente devo dirti che i miei principali maestri di riferimento sono Mario Daly (chitarrista , fondatore della rock-band Monte de Espuma e Arte Vivo) e Flores Chaviano, maestri e amici allo stesso tempo, i quali mi hanno insegnato a rompere gli schemi, a fare musica e a creare progetti diversi correndo ogni tipo di rischio.
6. Tra tutti i musicisti, quali sono i tuoi preferiti?
Prince, Michael Jackson, Michael McDonald, Boyz II Man, Earth Wind & Fire, Commodors, Kool & The Gang, Sting, Gino Vannelli, Madonna, Al Jarreau, Peter Gabriel e tantissimi altri che non sto a citare.
7. Qual è il tuo primo significativo disco di musica moderna?
Grazie a Dio, tutti i miei dischi sono stati rilevanti per la musica del mio paese, e non lo dico io ma i critici e soprattutto i risultati ottenuti. Il mio primo CD come produttore è Corason de Son, con il cantante Adriano Rodriguez, che è considerato una leggenda vivente, una delle più grandi voci di Cuba, e tale lavoro è stato qualcosa di diverso e molto apprezzato. Inoltre un mix del mio brano Blen Blen ha venduto seicentomila copie soltanto in Europa. Nel mio quarto CD con La Orquesta Magica de La Habana, dove oltre al citato Adriano Rodriguez annovero altre due speciali voci della musica cubana: Alfonsin Quintana e Natalia Herrera. Questo album, appena pubblicato a Cuba, ha già ottenuto un premio a Cubadisco e alcuni brani sono già dei successi.
8. Che tipo di musica faceva il gruppo da te fondato nel 1988?
I miei inizi sono fatti di rock, ballad-rock e pop uniti alle ritmiche cubane, via via mi sono reso conto che dovevo essere più cubano e così ho cominciato ad amalgamare la nostra musica con il Break-Dance dell’epoca e il Funky fino a trovare una nuova miscela. Hip-Hop e Rap miscelati con Son, Rumba e Conga funzionano alla perfezione. Mi stimola innovare e mi piacerebbe, se fosse possibile, lavorare con tutte le espressioni musicali mondiali. A Bruxelles, l’anno scorso, ho diretto il Cuban- Groove nel corso del Festival Color Cafè, una esperienza meravigliosa, una mega-band mondiale con musicisti africani, marocchini, arabi assieme a jazzisti francesi e rockers belgi.
9. Quali sono i tuoi CD selezionati tra i migliori albums dell’anno di World Music
Sono i CD Black Angel e Orisha Dreams. Quest’ultimo l’ho composto, arrangiato e prodotto per ‘Sin Palabras’, gruppo di musica rituale afrocubana. Entrambi i CD furono selezionati nel 1999 tra i 180 migliori albums di World Music in Europa. Fu un grande riconoscimento vedere i miei 2 CD, prodotti lo stesso anno, tra più rilevanti lavori mondiali.
10. Quali sono i tuoi vincoli con il jazz, se ci sono?
Un pochino con l’Acid Jazz. Quando i musicisti della mia band ‘improvvisano’ , impiegano il linguaggio jazz senza trascurare la sonorità cubana; ad esempio, al mio trombettista suggerisco spesso di pensare come avrebbe suonato Miles Davis se fosse nato a Palo Cagao, un quartiere emarginato dell’Avana dove si respira un clima sonoro fatto delle più autentiche radici afrocubane.
11. In Black Angel mi ha colpito l’uniforme colore bianco che veste la band. Esistono relazioni tra le tue musiche e quelle di tipo liturgico, ad esempio la Santeria?
Io sono Santero, i musicisti della mia orchestra non lo sono ma credono in questa religione popolare e molto diffusa a Cuba. Per rispettare le regole dell’appartenenza a questa fede, debbo vestirmi di bianco assieme ad alcuni musicisti della band, questa è una delle ragioni. Nell’elaborazione dei miei arrangiamenti traggo ispirazione dalle divinità, Orishas , ciò che suono non ha a che fare in senso stretto con la musica di culto religioso, le mie composizioni vogliono essere funzionali all’ascolto di buona musica e anche al ballo.
12. Blen Blen, finora il tuo più grande successo, e il Blen Blen Blen del leggendario Chano Pozo hanno qualcosa in comune?
Sono due opere diverse. E’ un onore per me che che lo raffronti a quello del mitico percussionista, ma gli unici elementi in comune è che entrambi suonano a rumba; viene poi usata la parola Blen che non ha un significato specifico ma è solo una forma onomatopeica. Nella mia canzone gli ho conferito il messaggio di Salute, benessere. Infatti canto ‘Blen Blen per tutti’, ovvero salute a tutti, bendiciones e, forse mi piace pensare che il messaggio di bontà, fortuna e di energia positiva, è stato gratificato con altrettanto successo: 600.000 copie vendute in Spagna, Germania, Austria e Italia. Una curiosità: dal successo del mia canzone in avanti, a Cuba il fonema blen che imita un suono naturale, viene identificato nel gergo popolare con il colpo vincente nel gioco dello squash.
13. Spiegaci la differenza tra Hip-Hop e Afro-Cu-Hop?
Per la verità è stato un critico musicale di New York a dare questa definizione alla mia musica e onestamente mi è piaciuta. La mia musica parte dalle basi dell’hip-hop e il fraseggio rap è molto presente nelle mie canzoni con sonorità afrocubane, da qui lo ‘stile’ Hip-Hop Afrocubano. I cubani mi considerano quello della ‘nuova musica cubana’, o il tecno-cubano.
14. Dopo il Buena Vista Social Club, successo planetario, tu nel 2000 presenti il tuo progetto ‘tradizionale’ con la Orquesta Magica de la Habana: perchè ?

Edesio Alejandro e Adriano Rodriguez
E’ un progetto che coltivavo da molto tempo, i cantanti Adriano Rodriguez, Natalia Herrera e Alfonsin Quintana, sono amici miei da tanti anni e in molte occasioni parlavamo di una orchestra con le loro voci. Un giorno mi chiamò Daniel Diaz, il regista cubano del film ‘Hacerse el sueco’, proponendomi di comporre la colonna sonora. Dalle immagini di quel film ho capito che la musica tradizionale cubana poteva essere la classica ciliegina sulla torta. Con il mio tastierista Gerardo Garcia abbiamo composto 12 canzoni nel rispetto della tradizione autentica di Son, Rumba e Guaracha. Le impronte melodiche di queste tre grandi voci, inconfondibili, hanno dato inizio alla Orquesta Magica de la Habana, il cui obiettivo è di incorporare nuove sonorità e strumenti moderni miscelati alla pura tradizione.
16. Invece la tua band di hip-hop afrocubano com’è composta e quanti concerti mediamente fa a Cuba?
Band di 8 musicisti, tastiere e synth, percussioni, tromba, sax, due coriste oltre a me. A Cuba suoniamo poco per la mancanza di condizioni tecniche adeguate, in quanto dobbiamo amalgamare le parti arrangiate al computer con strumenti acustici dal vivo, e purtroppo è molto difficile nel nostro paese trovare tutti questi requisiti in locali o teatri costruiti con concezioni ormai superate.
17. Concludiamo con il cinema. Compositore di colonne sonore per film e teatro, ricercatore, autore di brani di musica popolare, ma con una notorietà non altrettanto riconosciuta, è giusto?
Gian, non sta a me dirlo, ma ti segnalo che ho realizzato musiche per 44 colonne sonore, 9 serial tv, oltre 40 opere di teatro, ho avuto diversi riconoscimenti e premi, ma tutto questo prevalentemente nell’ambito del mercato cubano e con tutti i limiti discografici e risorse che tu conosci. Aggiungo che con Blen Blen ho varcato i confini nazionali e spero che d’ora in poi i miei lavori riscuotano buon successo e aprano le porte a nuove opportunità grazie anche a questa tua importante intervista per il pubblico italiano.
Gian Franco Grilli

Funerale a Madrid – foto di Joaquin Mulen

funerale, foto di Joaquin Mulen