CROSSROADS, 1 marzo/ 1 agosto 2025

A Crossroads (1 marzo- 1 agosto 2025) anche artisti delle Americhe: Cécile McLorin Salvant, Jazzmeia Horn, Lux Quartet, Eric Mingus, Griffin Rodriguez, Uri Caine, Mark Guiliana, John Patitucci, Aruán Ortiz, Cainã Cavalcante, Amaro Freitas, As Madalenas, Daniela Firpo, Javier Girotto e Natalio Mangalavite

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Argentina. Tango jazz con cueca: il “Santuario” di Javier Girotto & Vince Abbracciante

6. aprile 2025 – 21:04No Comment
Argentina. Tango jazz con cueca: il “Santuario” di Javier Girotto & Vince Abbracciante

Sabato 5 aprile 2025 è andato in scena un’altro stupendo concerto di Crossroads sul palcoscenico accogliente del Teatro Comunale di Dozza (Bologna) per presentare il progetto “Santuario” del sassofonista argentino-italiano JAVIER GIROTTO e del fisarmonicista pugliese VINCE ABBRACCIANTE, duo che avevamo già apprezzato a Cassero Jazz 2023.

 

Sabato 5 aprile 2025 è andato in scena un’altro stupendo concerto di Crossroads sul palcoscenico accogliente del Teatro Comunale di Dozza (Bologna) per presentare il progetto “Santuario” del sassofonista argentino-italiano JAVIER GIROTTO e del fisarmonicista pugliese VINCE ABBRACCIANTE, duo cbe avevamo già apprezzato a Cassero Jazz 2023. Si tratta di un incontro tra due generazioni di strumentisti eccellenti per un serratissimo percorso musicale trasversale ai generi in cui tango, folklore andino e mediterraneo jazzificati sono i porti di imbarco e di arrivo. Dall’area rioplatense, dalla Cordoba di Girotto con escursioni nelle Ande fino alla pugliese Ostuni dove il maestoso Abbracciante imposta le sue composizioni. La carrellata di brani raccolti nel cd Santuario si conferma un travolgente viaggio co-diretto dal vulcanico sopranista e flautista argentino Javier Girotto (1965) e dal fisarmonicista pugliese Vince Abbracciante (1983) tra musica scritta e improvvisazioni infuocate, incorpora agli stili dominanti citati, tinte bachiane, il tutto per dare corpo sonoro alle storie che i due musicisti-compositori hanno maturato durante la pandemia del Covid. Insomma un magico connubio di strumenti (sax, flauto andino ‘quena‘ e fisarmonica) e di creatività imbastendo originali dialoghi musicali passionali e intimisti elaborati prevalentemente in chiave jazzistico-tanguera, una dimensione già indagata e consacrata a suo tempo da Astor Piazzolla e Gerry Mulligan (per citare i nomi più famosi). In questa splendida cornice “sudista”, il binomio Girotto-Abbracciante fa risaltare esperienze, passioni ed elementi comuni condivisi come il ricongiungimento o il reincontro di tradizioni, culture e radici rielaborate attraverso i codici del jazz, stella polare per entrambi. Per il cordobese Javier Girotto, i cui nonni pugliesi emigrarono nell’area rioplatense all’inizio del secolo scorso, dialogare con l’ostunese Abbracciante è una volver, ritornare alle sue radici originarie.

In novanta minuti i due talentuosi musicisti hanno sfoderato un viaggio sonoro, di narrazione paesaggistico-culturale di enorme intensità emotiva, passione, sentimento, vitalità con colori e timbri unici più estrose improvvisazioni, unisoni e sovrapposizioni strumentali perfetti. Viaggio che ha preso il volo sull’affascinante cueca di Aramboty, un melodioso omaggio alla cultura guaranì, alle terre che abbracciano le sudamericane cascate di Iguazù; poi via via sono sfilate altre composizioni dell’album Santuario” (Dodicilune) tra cui la dolcissima ninna nanna Ninar interpretata con le flautate note andine della quena, l’affettivo e spirituale Santuario degli animali  (nato da una folgorazione di Girotto vedendo dei filmati nel programma del giornalista di Rai Tre Domenico Iannacone), brano cerniera che ha ispirato il titolo del progetto, che sa molto , ma non solo, di folk rioplatense e andino jazzificati, intrecciando inquietudine, malinconia e allegria. Se Girotto si conferma in assoluto una delle ance più originali in circolazione in Europa, riconoscibile per il timbro personale tra mille sopranisti,  e forse l’unico musicista che primeggia autenticamente con i tipici flauti andini, Vince Abbracciante, quarantenne, tecnicamente impressionante, è sempre più  sorprendente nel combinare sapientemente diversissime sonorità di musica popolare con l’improvvisazione jazz. Che aggiungere ancora sulle qualità di questo binomio di indiscusso valore ascoltato a Dozza: la colossale elaborazione, ripeto,  improvvisativa, la rara capacità di disegnare architetture musicali parallele unite a una ricercatezza armonica e a una dirompente carica espressiva e ritmica singolari. E il tutto sempre in perfetto equilibrio. Magia pura.  (Gian Franco Grilli)

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